Università degli Studi di Torino
Facoltà di Psicologia
Anno accademico 2001-2002

Corso di Psicosomatica

Materiali per il corso a cura degli studenti:

L'asma e i disturbi respiratori

a cura di Anita Mina


Ultimo aggiornamento: lunedì 13 aprile 2015 17.26

INTRODUZIONE

Il brano che segue è la traduzione di "RESPIRATORY DISORDERS", un capitolo scritto da Thomas L. Creer e Deidre A.Levstek, i quali in maniera molto schematica e precisa descrivono gli aspetti principali riguardanti l’asma e la Copd, ovvero un "disturbo cronico di ostruzione polmonare".

Nella prima parte vi è una descrizione medica delle due malattie, le cui differenze sono evidenti:

pur essendo entrambe disturbi respiratori, l’asma si differenzia per la sua insorgenza in età più precoce, per la sua reversibilità e per il fatto di essere causata principalmente da un’infezione, mentre la Copd è più caratteristica di persone adulte, con spesso alle spalle una storia di anni di fumo di sigaretta, ed è di solito progressiva, non reversibile nella maggior parte dei casi e per la quale è spesso necessaria una terapia d’ossigeno.

In seguito vengono descritte le conseguenze psicologiche e comportamentali dei due disturbi, le quali sono secondo me di notevole interesse in quanto si sottolinea il ruolo di un aiuto psicologico per queste persone che, se pur non possano essere classificate in una determinata categoria diagnostica, presentano comunque caratteristiche peculiari a cui occorre fare attenzione, in quanto influiscono su vari aspetti delle cure, quali la compliance e la calma necessaria per affrontare tali situazioni di crisi.

* * * * *

INTRODUZIONE

Agli scienziati comportamentisti è spesso richiesto di sviluppare delle tecniche per aiutare il trattamento delle malattie di ostruzione polmonare croniche (COPD) e dell’asma in maniera effettiva ed efficiente.

La conoscenza di queste patologie ha portato a concludere che l’ambiente e il comportamento siano nella maggior parte dei casi importanti quanto il trattamento medico per il controllo delle malattie respiratorie.

Inoltre, la prevenzione e la previsione del rischio-che implicano entrambi un cambiamento del comportamento- vengono sempre più viste come strade per diminuire l’impatto della morbosità e mortalità relative all’asma e alla COPD.

Il campo delle malattie respiratorie è assai vasto, e include pazienti con una limitazione della respirazione e che presentano una varietà di sintomi e di risposte diverse al trattamento.

Le due malattie più diffuse, l’asma e la COPD, sono i due tipi di malattie croniche respiratorie che un medico o un clinico si trovano più spesso a dover affrontare; pertanto, un’idonea applicazione di interventi curativi richiede una conoscenza di base di queste malattie e delle loro conseguenze.

Asma, enfisema e bronchite cronica sono disturbi cronici che comportano un’ostruzione del respiro dovuta ad un restringimento delle vie respiratorie.

Un tempo le tre condizioni erano classificate sotto il nome di COPD; tuttavia, nel 1987, COPD venne definito come "un disordine caratterizzato da un’anormale respirazione che non cambia per molti mesi", questo per sottolineare la sua irreversibilità, che non è invece comune nell’asma.

Recentemente, l’American Thoracic Society ha rivisto la definizione di COPD, descrivendola come "una malattia caratterizzata dalla presenza di ostruzione delle vie respiratorie dovuta ad una bronchite cronica o all’enfisema; l’ostruzione è in genere progressiva, e può essere accompagnata da iperreattività della via respiratoria, e può talvolta essere reversibile."

Sintomi quali la tosse, il respiro affannoso o la dispnea non sono di per se stessi diagnostici in quanto ricorrono in molti tipi di malattie polmonari, comprese l’asma e la COPD.

Inoltre, la differenza tra una bronchite cronica e l’asma in un adulto non è chiaramente definita.

La maggior differenza tra asma e COPD è la presenza di infiammazione, che comprende particolari cellule complesse e mediatori chimici, che è tipica dell’asma e non della COPD.

 

ASMA

Il National Asthma Education Program la definisce come:

"Una malattia polmonare con le seguenti caratteristiche:

1) un’ostruzione delle vie respiratorie che è reversibile (ma non completamente in certi pazienti) o spontaneamente o tramite trattamento

2) un’infiammazione delle vie respiratorie

3) un’iperreattività delle vie respiratorie a vari stimoli.

Col passare degli anni, tre caratteristiche dell’asma hanno messo in discussione il suo trattamento:

COPD

Fino ad oggi non c’è stata una chiara definizione di questo disturbo, ma l’American Thoracic Society propone una sua definizione di COPD che include tre classificazioni:

1) un’anormale respirazione o un’ostruzione delle vie respiratorie che è progressiva in natura.

2) l’enfisema è uno stato di progressiva ostruzione delle vie respiratorie dovuta ad un’anormale aumento di aria nei polmoni per dilatazione degli alveoli.

3) la bronchite cronica è dovuta alla presenza persistente di una tosse mucosa la cui etiologia è sconosciuta.

 

EPIDEMIOLOGIA

L’asma e la COPD continuano a diffondersi.

L’American Thoracic Society ha stimato che in America 14 milioni di persone (circa il 3-5%della popolazione) soffrono di COPD, mentre circa 10/15milioni di persone soffrono di asma, ma la stima è probabilmente bassa.

La situazione varia a seconda dell’età, del genere e della razza: persone dai cinque ai 34 anni, le donne e le popolazioni nere e ispaniche hanno una maggiore prevalenza di malati.

A causa di questi due disturbi la morbosità è cresciuta, e lo stesso vale per l’ospedalizzazione.

La morte per COPD avviene più di frequente che per l’asma, un po’ per il fatto che la diagnosi viene fatta in età più avanzata, ma il vero motivo è che in fondo l’asma è una malattia curabile.

 

FATTORI ASSOCIATI ALL’ASMA E ALLA COPD

FATTORI AMBIENTALI

Il rischio maggiore per l’evoluzione della COPD è il fumo da sigaretta (80/90%di rischio).

Non c’è un legame diretto documentato tra asma e fumo; tuttavia, genitori che fumano sono stati correlati con la sua gravità e, in alcuni casi, con la sua comparsa precoce.

Il fumo passivo è anche stato considerato un possibile fattore di rischio, e spesso c’è un aumento di sintomi asmatici in presenza di fumo di tabacco.

L’inquinamento presente nell’aria, che comprende il fumo, particolari materiali, pioggia acida, gas e ozono, aggrava l’asma e la COPD.I pazienti asmatici sono ipersensibili all’inquinamento, e la presenza di certe sostanze dell’aria aumenta la sensibilità ad altre sostanze scatenanti.

 

FATTORI INDIVIDUALI

La maggiore differenza demografica fra asma e COPD è che si presentano ad età diverse. Circa il 25% dei bambini asmatici persiste nell’età adulta, e ciò vale soprattutto per le donne.

Alcuni studi hanno più volte dimostrato che la prevalenza di asma è strettamente correlata ai livelli di immunoglobina associati ad allergia. L’asma si è dimostrato più volte basato sull’allergia e provocato da allergeni presenti nell’ambiente, fra cui il polline, il fumo, il fieno, l’erba. Altri fattori di rischio sono stati individuati nel tipo di regione in cui si vive, nel tipo di casa, nel fumo dei genitori, nella giovane età della madre e nell’ambiente urbano.

 

FATTORI GENETICI

Esiste una predisposizione ereditaria sia per l’asma che per il COPD.

Nella COPD è stata trovata una 1-Antitripsin deficienza, mentre si pensa che l’asma sia ereditaria, e che le persone abbiano delle determinate allergie geneticamente determinate, che si sviluppano se si entra in contatto con un determinato allergene.

 

PREVENZIONE

Il Center for Disease Control ha dichiarato che la prevenzione e la conoscenza dei fattori di rischio dovrebbero essere considerati come parte di un ampio piano per ridurre la morbosità e la mortalità associate a malattie respiratorie.

La prevenzione per l’asma include:

-il controllo dei sintomi

-la prevenzione di un attacco d’asma.

Fattori identificati come scatenanti sono:

-un’infezione respiratoria virale

-allergeni come i pollini, il pelo di animale

-irritanti nell’ambiente come i fumi, strani odori, smog e fumo da tabacco

-farmaci quali l’aspirina o conservanti dei cibi

-l’inalazione di aria fredda

-cambiamenti del tempo

-reazioni emozionali quali il pianto, il riso o le urla.

Nonostante queste conoscenze, è ancora difficile valutare quando la situazione sia precipitante; non solo vi è un’incredibile varietà di combinazioni presenti in un dato individuo, ma anche un insieme di stimoli che agiscono su quel determinato individuo in quel determinato momento.

 

INTERVENTI MEDICI PER ASMA E COPD

I due trattamenti differiscono per certi aspetti, e sono basati sullo stato e sulla gravità del disturbo, e sulla configurazione presente dei sintomi.

 

VALUTAZIONE DI UN DISTURBO RESPIRATORIO

E’ fuori di dubbio che i medici debbano:

-condurre una valutazione del singolo paziente, della sua storia e dei sintomi al momento del disturbo;

-fare dei test per la funzionalità dei polmoni;

-stabilire un regime di trattamento basato sia sulle informazioni ottenute sia sui bisogni del paziente.

La valutazione per un paziente asmatico consiste in una storia medica e ambientale completa che comprende l’esplorazione di potenziali fattori scatenanti per il paziente.

I test sui polmoni permettono di differenziare il tipo di patologia, e consistono in test sulla funzione polmonare, quali la spirometria o il "picco di respirazione" (PEFR), e nella misurazione del volume della respirazione. (FEV/1), cioè nella misura della quantità di aria che la persona può esalare in un minuto.

Il PEFR è un utile strumento per valutare la gravità del disturbo e per promuovere un corretto trattamento.

Per quanto riguarda la COPD invece sono richiesti test più sofisticati; la storia del paziente è essenziale, e un esame fisico può individuare la presenza di dispnea; la radiografia della cassa toracica è il miglior indicatore per la COPD.

 

VALUTAZIONE DELLA GRAVITA’ DELLA MALATTIA E PROGNOSI

Gli strumenti usati per la COPD sono diversi da quelli usati per l’asma.

La severità della COPD è determinata dall’interdipendenza fra il livello di ostruzione delle vie respiratorie, la soggettiva sensazione di essere senza fiato (DISPNEA) e il danneggiamento del ricambio di gas (soprattutto il livello di ossigeno).

STADIO1:l’intereferenza con la vita quotidiana e minima e l’intervento medico è piuttosto modesto;

STADIO2:qui l’impatto con la vita quotidiana è maggiore, e ai pazienti è spesso richiesto di seguire una terapia per il respiro;

STADIO3:questo stadio include una percentuale minore di pazienti, e la qualità di vita è alquanto danneggiata. E’ richiesta una costante terapia respiratoria.

Ad ogni stadio del disturbo, il trattamento è guidato dai bisogni di ogni singolo individuo, che includono la considerazione di fattori medici, funzionali e psicologici.

 

FARMACI PER IL TRATTAMENTO DI ASMA E COPD

Nonostante le differenze di diagnosi fra i due disturbi, la maggior parte delle cure sono valide per entrambi.

-CURE DI MANTENIMENTO O PREVENTIVE

Essendo l’infiammazione una delle componenti principali dell’asma, in questo caso si fa uso di anti-infiammatori che proteggono l’individuo da allergeni e altri irritanti.

Non è chiara la loro utilità per la COPD.

-BRONCODILATATORI

Per l’asma vengono usati durante le crisi dato che dilatano le vie bronchiali ostruite.

Il loro effetto è di solito maggiore per l’asma che per la COPD dato che i pazienti di quest'ultimo tipo sono di solito meno tolleranti a farmaci con effetti quali il tremore o il nervosismo.

-TERAPIA D’OSSIGENO

Raramente è indicata per l’asma, a meno che la situazione non lo richieda particolarmente, mentre è molto utile per la COPD.

 

ASPETTI PSICOLOGICI DELL’ASMA E DELLA COPD

I disturbi respiratori sono stati interpretati in maniera diversa dagli specialisti che hanno avuto a che fare con loro.

Negli anni ’40 venivano considerate da molti come un disturbo psicologico causato da conflitti irrisolti che i pazienti, soprattutto bambini, avevano con le loro madri.

Questa visione derivava dalla visione psicoanalitica dell’asma esposta da Alexander e French.

Negli anni’90 sono state verificate un ampio spettro di teorie sull’asma ; è possibile, ad esempio, trovare degli articoli che suggeriscono che pazienti asmatici sono psicologicamente differenti da altre persone.

Tuttavia, se si dividono gli articoli a seconda che considerino gli asmatici anormali o normali, si troverà una netta maggioranza di quest’ultimo tipo, anche se questo non vuol dire che essi non abbiano problemi psicologici o comportamentali, ma che nemmeno li si può classificare tutti in una particolare categoria psichica.

Numerosi autori hanno sottolineato che pazienti con malattie croniche, fra cui l’asma e la COPD, presentano un particolare set di problemi. Sono persone normali in una situazione anormale. Sono persone influenzate da una varietà di variabili sociali, ambientali e cognitive. Questo fa sì che i clinici debbano fare attenzione a quei comportamenti che possano permettere agli asmatici di vivere in maniera più sana.

L’influenza dell’asma e della COPD varia da persona a persona e , il più delle volte, da situazione a situazione.

Come in qualsiasi altra malattia, i professionisti dovrebbero considerare come il paziente percepisce il suo disturbo prima di determinare come e quando intervenire.

L’enfasi del clinico dovrebbe innanzitutto essere posta sul modo in cui ogni paziente affronta i propri problemi e quali ne esperisce; in seguito occorre aiutarli a risolverli al meglio.

Negli ultimi anni, lo scopo dei trattamenti è stato , soprattutto per l’asma, individuare il trattamento più adatto per quel paziente, e questo approccio individuale è stato in seguito espanso a tutte le altre malattie respiratorie.

Il fatto di non poter respirare in maniera adeguata ha sicuramente un impatto sulla persona, e la cosa peggiora se la persona non sa come poter risolvere il proprio problema e respirare normalmente.

Non ci aspetteremmo forse che pazienti asmatici o con COPD fossero soggetti a un disagio emotivo in queste circostanze?!

Il fatto che così tanti pazienti e le loro famiglie rimangano calme quando il paziente non riesce a respirare- soprattutto nelle situazioni in cui il disagio appare con intermittenza- ha sempre impressionato i clinici che operano in questo campo, che hanno riferito di lavorare sempre con una certa paura e ansia in queste situazioni.

Questo fatto rinforza la loro ammirazione per questi pazienti la cui esistenza è minacciata, e pertanto ritengono importante insegnare loro a mantenere la calma , e i comportamentisti possiedono molte tecniche per raggiungere questo scopo.

La depressione è comune sia in casi di asma che COPD.

Dudley e Sitzman (1988) descrissero quattro categorie di comportamenti indice di depressione:

1) sintomi fisici

2) reazioni emotive quali un senso di mancata speranza e mancato aiuto

3) fattori cognitivi quali bassa autostima e incertezza

4) fattori motivazionali, quali passività e dipendenza.

E’ difficile arrivare ad una diagnosi psichiatrica di depressione anche se molti pazienti riferiscono di averla…nonostante la personale valutazione di ognuno, non è detto che tutti richiedano un aiuto psicologico.

L’attacco di panico è un altro fattore che è stato studiato in queste situazioni, e sono state seguite due linee di ricerca.

-Kinsman e altri hanno analizzato i sintomi soggettivi di 100 persone asmatiche, ed hanno rilevato 77 aggettivi usati, raggruppabili in cinque clusters:

1_attacco di panico

2_irascibilità

3_iperventilazione, per esempio bassi livelli di diossido di carbonio nel sangue

4_broncocostrizione

5_affaticamento.

L’attacco di panico era riportato dal 42% del campione.

Fu rilevato che il panico aveva un’influenza su variabili quali l’uso delle medicine, la durata dell’ospedalizzazione, la noncuranza dei sintomi.

-Una seconda linea di studi ha tentato di definire il panico in termini di comportamento, ma ciò è stato piuttosto difficile perché la paura era relativa ad una moltitudine di comportamenti.

Ad un estremo c’erano bambini che continuamente si lamentavano che una sola medicina non bastava, e nel farlo apparivano impauriti e agitati, e condizionavano così tutti gli operatori medici. All’altro estremo c’erano pazienti che non dicevano mai niente e non chiedevano aiuto nemmeno quando rischiavano di perdere addirittura la coscienza.

Alla fine di vari tentativi, fu deciso di definire come panico ogni comportamento che i bambini impauriti dai medici e dalle infermiere esibivano. In questo modo questi bambini venivano indicati per un trattamento psicologico del tipo di una sistematica desensibilizzazione.

Da ciò si è arrivati alla conclusione che in caso di asma fosse utile un programma di rilassamento, a volte accompagnato da desensibilizzazione.

Inoltre, il rilassamento durante un attacco può prevenire il peggioramento di esso e , soprattutto, può aiutare le persone a eseguire ogni passo richiesto per il controllo del loro asma.

Sufficienti dati hanno portato Grant, Heaton e altri a concludere che il disturbo ha delle conseguenze sul cervello così come sui polmoni e sul cuore.

Grant e Prigatano (1988) hanno suggerito che l’asma e la COPD provocano dei danni neuropsicologici, soprattutto per quanto riguarda il pensiero astratto, la velocità del processo di elaborazione delle informazioni e danni generali nell’accuratezza e nella velocità psicomotoria.

Essi suggeriscono che in futuro si dovrebbe:

_indagare sui fattori che sono implicati nel deterioramento psicomotorio

_ chiarire la natura dei deficit neuropsicologici

_capire i cambiamenti neuropsicologici causati dalla COPD

_capire quanto ciò comprometta la riabilitazione di questi disturbi

_determinare come questi difetti compromettano la qualità della vita di tali pazienti (attraverso strumenti quali la quality of well-being scale).

Per quanto riguarda l’asma ci si è occupati soprattutto dell’impatto delle cure sul funzionamento cognitivo.Bender ha rilevato che i risultati degli studi sono inconsistenti: alcune cure sembravano causare danni alla memoria, tremori, iperattività nei bambini, ansia, migliore attenzione o psicosi.

Alcuni studi tendono ad esagerare tali effetti, ma nonostante ciò occorre considerarli, soprattutto quando si curano dei bambini.

Parte dell’impatto comportamentale della COPD è collegato ai dati di mortalità discussi prima.

Kaplan e Atkins hanno elencato i principali motivi di questo impatto:

1) è fra le quattro cause maggiori di morte

2) ha un grosso impatto sulle attività quotidiane

3) affligge un grande numero di persone

4) questo numero sta aumentando…

Persone che hanno fumato per 30 o 40 anni solo ora stanno facendo esperienza di COPD. Il disturbo riguarda altri comportamenti , come l’ansia e la depressione, funzioni cognitive e psicomotorie, attività psichiche e comportamento sessuale.

L’impatto comportamentale è stato messo in relazione con altri dati epidemiologici.

Persone asmatiche perdono più lavori e giorni di scuola di altri, e fra le malattie croniche l’asma è quella che causa maggiormente l’abbandono degli studi.

L’allontanamento dalla scuola fa sì che questi giovani siano isolati anche da altre attività sociali che li aiuterebbero a divenire persone adulte adeguate.

Anche perdere il lavoro è deleterio; molti asmatici si rifiutano di curarsi al lavoro per paura che ciò possa compromettere un loro eventuale avanzamento.

Oltre a ciò, pazienti asmatici suscitano varie emozioni nelle persone e suscitano immagini negative: i professori potrebbero ritenere che i bambini asmatici richiedano un trattamento educativo particolare, come l’ingresso in una classe che non fa ginnastica, mentre questi bambini avrebbero anzi bisogno di essere in ottima forma per fronteggiare i loro attacchi.

La COPD e l’asma hanno il potere di rovinare l’unità di molte famiglie, e questo per varie ragioni.

Innanzitutto ci sono le spese per le cure; è stato rilevato che pazienti asmatici potrebbero usufruire dal 2 al 30% delle entrate della famiglia; inoltre esse perdono delle entrate in quanto queste persone potrebbero non essere in grado di lavorare.

Un altro motivo è il fatto che la vita della famiglia è limitata da questi disturbi: le vacanze sono assai rare, non solo per il costo, ma anche per il rischio di esporre la persona a stimoli per un attacco; in caso di COPD, si teme sempre di essere lontani dalle cure mediche, come ad esempio la mancanza di ossigeno in caso di bisogno.

Col progredire della malattia il paziente e la sua famiglia iniziano a vedersi come imprigionati dalla COPD, e mentre la tensione sale possono avvenire delle rotture fra i membri: Creer ha rilevato che i divorzi di genitori con un figlio ammalato di COPD aumentano dal 15 al 61%!

Il supporto sociale è un buon predittore di guarigione, addirittura lo è più della gravità della malattia.

ADERENZA AL TRATTAMNENTO MEDICO

 

La compliance nel trattamento delle malattie croniche è scarsa nella maggior parte dei casi, e lo stesso vale per l’asma e la COPD.

Per quanto riguarda la COPD, la non aderenza riguarda sia lo smettere di fumare che il prendere medicine.

Anche per gli asmatici è difficile attenersi alle cure, soprattutto se si devono assumere medicine sia preventive che necessarie: questo perché più la cura è complessa più è difficile attenersi ad essa.

Inoltre è un problema stare lontani dagli stimoli che potrebbero provocare un attacco: molti medici hanno avuto enormi difficoltà nel far allontanare un animale domestico da qualche casa con un asmatico!

 

LA COMPLIANCE CON LE MEDICINE

Questo argomento è stato parecchio studiato per l’asma.

Creer e Levstek notarono che vi erano due visioni contrapposte al riguardo: una riguardava l’enorme differenza di compliance fra i pazienti, e questa visione portava a biasimare coloro che non aderivano alle loro cure; l’altra si occupava del fatto che gran parte del personale medico non insegnava in maniera adeguata l’uso degli inalatori ai pazienti asmatici.

Ciò li portò a suddividere i pazienti fra quelli che non erano stati istruiti a dovere e quelli che invece non intendevano proprio curarsi.

Parker ha sottolineato che la bassa compliance alle cure per COPD è dovuta a diversi fattori:

-dato che la COPD è cronica, la compliance tende a decrescere nel tempo

-questi pazienti sono di solito anziani, ed hanno già altre cure da seguire

-l’impatto cognitivo della COPD può indurre la dimenticanza delle cure

Ci sono evidenze che la noncompliance può aumentare l’aumento della frequenza dei sintomi.

Parker ha concluso dicendo che la gravità della malattia po’ influenzare positivamente la compliance.

Un altro fattore può determinare la noncompliance: essa è scarsa se riguarda dei cambiamenti comportamentali, quali lo smettere di fumare.

 

CAMBIAMENTI NELLO STILE DI VITA

Le attività dei pazienti asmatici sono in genere in funzione della gravità della malattia, anche se essa può essere controllata nella maggior parte dei pazienti; se l’asma è trattata come si deve, non c’è alcuna ragione per cui essa debba limitare la vita della persone.

Per la COPD, quattro aree della vita vengono coinvolte nei cambiamenti:

1-funzioni emotive

2-ruolo sociale

3-vita quotidiana, come le cure personali e il movimento

4-l’abilità di intraprendere attività piacevoli come gli hobbies.

 

PRESRIZIONI PER L’AMBIENTE

Il controllo dell’ambiente sta diventando sempre più importante per il trattamento dell’asma. Importanti passi da fare in tal senso sono:

 

SMETTERE DI FUMARE

La maggior parte degli asmatici non fuma, anzi, i bambini fanno di tutto per stare lontani dalle persone che fumano, ma i genitori spesso fanno fatica a non fumare in loro presenza pur conoscendo le conseguenze: per un medico è un bel progresso far smettere di fumare i parenti.

E’ stato suggerito un piano in tre passi per l’interruzione.

1-preparazione

2-interruzione

3-mantenimento.

 

INTERVENTI PSICOLOGICI PER ASMA E COPD

Ci sono due approcci diversi per l’asma e la COPD.

 

RIABILITAZIONE POLMONARE PER LA COPD

Lo scopo di questo trattamento è di minimizzare il disagio per questa malattia, e ciò può essere fatto attraverso una terapia medica, un controllo dei sintomi, un miglioramento del funzionamento polmonare e un innalzamento della qualità della vita del paziente.

Le origini del trattamento sono tre:

1) i pazienti

2) un approccio multidisciplinare

3) un’attenzione alla fisiologia e alla psicopatologia.

Ci sono sei criteri per includere la persona nel trattamento:

1-il paziente aveva un disturbo sintomatico ai polmoni

2-era stabile con la terapia standard

3-aveva delle limitazioni funzionali a causa del disturbo ai polmoni

4-era sotto il controllo di qualcuno

5-non aveva altri problemi medici che potessero interferire

6-era motivato a intraprendere tale programma.

Questa riabilitazione è seguita da un team multidisciplinare, e si suddivide in due momenti principali:

1_VALUTAZIONE DEL PAZIENTE:

2_PROGRAMMA:

 

Cambiamenti significativi sono stati riportati da molteplici studi:

-riduzione dei sintomi respiratori e psicologici

-miglioramento della qualità della vita

-cambiamenti nel funzionamento dei polmoni tale da permettere il ritorno al lavoro.

 

RIABILITAZIONE PER L’ASMA

Possono essere individuati tre stadi dell’approccio psicologico all’asma:

1) PSICOTERAPIA, SOPRATTUTTO PSICOANALISI

2) APPROCCI COMPORTAMENTALI

Gli psicologi della salute hanno fatto dei progressi nel trattamento del panico, nella correzione dell’uso di inalatori, nell’abuso di ricoveri ospedalieri e nella compliance.

3) SELF-MANAGEMENT:

 

IMPLICAZIONI PER LA SALUTE E PER LA CLINICA PSICOLOGICA

Non c’è mai stato come in questo momento un così grande bisogno di un trattamento psicologico e comportamentale per l’asma e la COPD che stanno aumentando sempre più; tuttavia l’urgenza di questi interventi è stata spesso sottovalutata da medici e scienziati.

Questo bisogno è illustrato dalle situazioni in cui la clinica psicologica potrebbe essere coinvolta con l’asma e la COPD.

COPD: la letteratura suggerisce che la psicologia e il comportamentismo potrebbero essere utili in un mucchio di situazioni:

-per smettere di fumare

-per la valutazione corretta

-per integrare i vari scopi

-per estendere gli approcci comportamentali

ASMA:

-per la compliance alle medicine

-per abolire gli attacchi di panico

-per controllare l’ambiente

-per definire il proprio self-management

-per mantenere i propri scopi

-per sperimentare nuovi studi

 

CONCLUSIONI

Tre considerazioni finali:

  1. C’è la necessità che clinici della salute e psicologi siano coinvolti nel trattamento dell’asma e della COPD, ma per fare ciò occorre che gli scienziati accolgano le loro conoscenze meglio di quanto abbiano fatto in passato.
  2. Per fare ciò, ogni psicologo e clinico deve conoscere gli aspetti biologici e medici di queste patologie, non solo per essere più efficaci, ma anche per evitare di danneggiare il paziente.
  3. Alcuni scienziati hanno dichiarato che presto troveranno una cura per i disturbi respiratori in modo che non ci sia più bisogno che psicologi e clinici della salute se ne occupino. Questi ultimi hanno risposto che se mai ciò avverrà, spetterà comunque a loro il compito di insegnare e aiutare i pazienti a seguire il trattamento.

 

torna all'inizio della pagina ...

© 2001 Silvio A. Merciai