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claudio graticola
I tipi di teorie mente-corpo secondo
la distinzione di S. Nagler
S. Nagler ci offre uno schema riassuntivo dei tipi di teorie mente-corpo storicamente proposte:
1.
teorie
interazionistiche,
tutte queste teorie ammettono l’esistenza di due entità distinte, la mente e
il corpo, in cui la mente influenza il corpo e/o il corpo influenza la mente,
tra esse:
a)
il dualismo cartesiano;
b)
l’epifenomenalismo di Huxley, in cui i processi mentali non sono che un sottoprodotto
dell’attività somatica e non hanno alcun ruolo causativo;
2.
teorie
monistiche
tra cui:
a)
l’idealismo, in cui esiste solo la mente;
b)
il materialismo, in cui esiste solo il corpo;
c)
teoria dualistica del parallelismo psicofisico,
enunciata da Leibnitz, in cui i processi mentali ed i processi somatici seguono
un corso parallelo senza influenzarsi reciprocamente. Il parallelismo
psicofisico ammette la mente e il corpo come due entità distinte, ma ne nega un
reciproco influenzamento;
3.
teorie
del doppio aspetto,
tra cui quella di Russell, in cui gli eventi neurali possono essere considerati
da differenti punti di vista: la mente è il corpo visto da un certo punto di
vista e il corpo è la mente vista da un altro punto di vista. I termini mentali
e somatici non sono che due differenti linguaggi che descrivono un medesimo
fenomeno: queste teorie sono dunque monistiche, dove la mente e il corpo non
sono due entità distinte, ma sono due modi diversi e distinti di parlare della
stessa cosa.
Le riflessioni
di John Beloff (1994)
Il problema è quale sia la relazione tra gli eventi cerebrali e le esperienze private, soggettive e conoscibili tramite l’introspezione, che costituiscono la nostra vita mentale. Sono possibili tre risposte:
1.
gli eventi cerebrali, che operano secondo le leggi della fisica,
determinano completamente sia il nostro comportamento, sia le nostre esperienze
soggettive (epifenomenalismo, doppio
aspetto o dualismo debole);
2.
gli eventi mentali possono essere scatenati da eventi cerebrali o
possono, a loro volta, scatenare eventi cerebrali e così influenzare il corso
del nostro comportamento (interazionismo,
dualismo radicale o dualismo forte);
3.
semplicemente non esistono dati sensoriali privati, soggettivi e
conoscibili tramite l’introspezione (qualia),
ma unicamente eventi fisici che sottendono i vari processi di elaborazione:
quindi il problema non esiste (materialismo
o funzionalismo monistico).
Gli antecedenti storici:
·
René
Descartes: il dualismo mente-corpo.
·
Wilhelm
Wundt: il parallelismo mente-corpo.
·
H. Feigl
e Bertrand Russell: l’identità mente-cervello.
Confutazione dell’epifenomenalismo:
1.
è profondamente contro intuitivo;
2.
le sue implicazioni portano a conclusioni assurde;
3.
esistono certi fenomeni mentali anomali che restano inesplicabili sulla
base delle proprietà note del cervello.
Confutazione del dualismo forte:
Non vi è alcuna chiara risposta alla questione di
dove venga la mente e in che modo si attacchi al cervello, feto o neonato che
sia.
Conclusioni:
La lezione che emerge è che non esiste alcuna
soluzione definitiva al problema del rapporto mente-corpo. Il dualismo debole è
inevitabilmente paradossale e contro intuitivo, mentre il dualismo forte resta
avvolto nel mistero. Per quanto riguarda la posizione monistica, essa potrebbe
essere lasciata cadere come pura sofisticheria.