Università degli Studi di Torino
Facoltà di Psicologia
Anno accademico 2001-2002

Corso di Psicosomatica

Materiali per il corso a cura degli studenti:

Il mal di testa

a cura di Petra Senesi


Ultimo aggiornamento: lunedì 13 aprile 2015 17.55

Il mal di testa è una patologia che affligge milioni di persone in tutte il mondo: solo in Italia ne soffrono 26 milioni di persone, di cui la maggior parte donne. Questo fa sì che diventi anche una malattia sociale perché fa perdere oltre 200 milioni di ore di lavoro all’anno e perché incide profondamente sulla qualità della vita di chi ne è colpito. Il mal di testa è sicuramente un’esperienza comune alla maggior parte delle persone: non c' è individuo che non abbia mai sofferto il mal di testa. Sappiamo tutti che cosa vuol dire avere dolori alla testa, dolori che possono diventare insopportabili, che ci costringono a sospendere la nostra attività e cercare un posto tranquillo, al buio, per chiudere gli occhi e riposare. Il gran numero e la varietà di pillole contro il mal di testa prova che tanta gente soffre di questo disturbo e usa analgesici per ovviare al dolore. Purtroppo molti di questi farmaci non curano la malattia ma diminuiscono solo il dolore. Sarebbe però importante scoprire in ogni caso le cause esatte del malessere, non solo per prevenire nuovi attacchi, ma per diagnosticare in tempo eventuali condizioni che potrebbero svilupparsi in patologie irreversibili ed impedire una guarigione. Molti attribuiscono il mal di testa a cause d'ogni genere, tra cui ansia, insonnia, stress, stanchezza, fumo, alimentazione, sforzi fisici. Chi non ha mai detto: «Non avrei dovuto leggere o guardare la televisione fino a tardi ieri sera?» Oppure « Perché ho mangiato al ristorante cinese quella roba cosi pesante? » 0 ancora: « Perché ho dormito così a lungo di pomeriggio? » Queste ragioni sembrano logiche a chi soffre. Purtroppo il perché alcuni individuo soffrono di mal di testa ed altri no, perché in alcuni giorni abbiamo mal di testa ed in altri no è ancora in parte oscuro e come vedremo in seguito non c’è una spiegazione univoca e condivisa.

I primi scritti sul mal di testa risalgono addirittura a sei mila anni fa, ma solo nell’Antica Grecia, grazie ad Ippocrate, si ha una prima distinzione dei diversi tipi di mal di testa che verranno poi sviluppati nei secoli seguenti.Uno dei primi sistemi di classificazione fu sviluppato dal bizantino Alexander Trallianus che suddivise il mal di testa in tre gruppi conformi ad una scala ascendente di gravità: cefalgia, cefalea e emicrania. Una delle prime descrizioni dei fattori scatenanti è attribuita a Cornelius Celsius che elencò come cause il bere vino, la dispepsia, il caldo ed il sole. Thomas Willis, nel diciassettesimo secolo, aggiunse altri fattori: attività sessuale, il mangiare ed il dormire troppo, la fame. Solo nel diciottesimo secolo, con Simone-Andrè Tissot si iniziò a parlare di fattori emozionali.

Le prime teorie riflettevano i modelli della medicina contemporanea: In molte culture il mal di testa era visto come un segno di Dio o come conseguenza della possessione del diavolo. Gli Egizi, ad esempio, parlavano di Tiu, lo spirito maligno del mal di testa.

Le moderne teorie sul mal di testa, come ad esempio la teoria neurogenica e quella vascolare, hanno la loro origine dal diciassettesimo secolo in poi. Naturalmente le diverse teorie implicano modalità di cura diverse. I primi trattamenti consistevano nel trapanare il cranio per permettere agli spiriti maligni di uscire con l’ausilio di altri riti scaramantici. La cura farmacologia ha anch’essa origini molta antiche al contrario delle cure psicologiche che sono recenti: nel diciannovesimo secolo Gowers parla di modificazioni dello stile di vita per la cura del mal di testa.

Il dizionario definisce il mal di testa come "dolore nella testa" dove dolore è da associare a sofferenza, angoscia..Alcuni autori, più specificatamente parlano di "dolore localizzato nella zona orbitomediale". Tuttavia il dolore può essere diverso sia qualitativamente (può essere pulsante, esteso, localizzato etc…) che quantitativamente (dipende dalla durata, dall’intensità etc…). Tutti i sintomi possono essere divisi in sindromi che presentano caratteristiche diverse.

Una classificazione fu fatta da una commissione di 6 importanti neurologi nel 1962: trovò 15 gruppi di mal di testa i cui primi due sono mal di testa vascolare e mal di testa muscolo-contrattiva che da soli includono il 90% di tutte le patologie. Nel 1985, la Società Internazionale del mal di testa (IHS) creò una commissione per formulare una nuova classificazione che venne resa pubblica nel 1988. Furono trovate 13 categorie maggiori, di cui 4 furono considerate primarie (emicrania, mal di testa censivo, mal di testa a grappolo, mal di testa non associato a lesioni strutturali). Le rimanenti nove sono considerate secondarie. A queste sono aggiunte delle sottocategorie per ogni tipo di patologia. Contrariamente alle precedenti classificazioni, questa fornisce criteri diagnostici per ogni tipo di mal di testa. Questa suddivisione è stata confermata da studi successivi; naturalmente ci sono state anche delle critiche, una delle quali è che si tratta di un modello troppo complesso per la pratica e la ricerca epidemiologica.

Si è cercato di risalire alle cause del mal di testa analizzando i possibili fattori di rischio.

Da studi epidemiologici si evince che:

Questo potrebbe aiutare a spiegare perché individui con particolari tratti di personalità o profili psicologici sono più vulnerabili al mal di testa rispetto ad altri, dal momento che la personalità è parzialmente determinata geneticamente (sembra quasi si possa parlare di predisposizione). Per molto tempo si è pensato che il mal di testa potesse addirittura essere associato ad un determinato tipo di personalità. Sono stati fatti molti studi ma non si è mai arrivati ad una conclusione chiara ed univoca.

Si è valutato come inizia il mal di testa: nel 50% dei casi è dovuto ad una situazione di stress e studi recenti hanno confermato che spesso la patologia è associata a eventi molto negativi come un abuso sessuale o fisico o un dolore molto profondo. Altre cause di inizio sono situazioni ormonali.

Lo stress quindi è visto come un evento scatenante il mal di testa, soprattutto riferito alle capacità di coping di un individuo, cioè alle possibilità o meno di essere in grado di affrontare un evento negativo e stressante.

Lo stress che causa il mal di testa può essere definito come ansia da prestazione, cioè assale un individuo quando si affrontano in maniera troppo emotiva le situazioni quotidiane oppure nelle occasioni di vita in cui si è presi da mille cose o ci si sente di dover dare il cento per cento.Questo interessa il mal di testa perché durante una situazione snervante, anche se in modo inconsapevole, si irrigidiscono e si contraggono i muscoli del collo, del cranio, delle spalle.

Si può dire che l’ansia e la depressione possono aggravare la patologia così come i disordini dell’umore e le emozioni negative possono creare un terreno adatto allo sviluppo della malattia.

 

Sulla base di estese ricerche si sa che dal punto di vista statistico, i tumori, le infezioni e le anomalie anatomiche del cranio, degli occhi e delle vie respiratorie sono solo una piccola parte delle cause dei mal di testa: addirittura meno del tre per cento. Tutti gli altri sono casi di cefalea vascolare o dovuti a contrazioni dei muscoli. Mentre l'ipertensione arteriosa, l'arteriosclerosi cerebrale e altre turbe organiche sono causa di una piccola percentuale delle cefalee vascolari, oltre il 90 per cento di esse sono condizionate da uno stato di tensione emotiva. Si può provocare il dolore della cefalea e il quadro clinico di una vasodilatazione misurabile, parlando ai pazienti di argomenti sgradevoli e stressanti, che agiscono come una specie di "esca emotiva". Ciò significa che probabilmente siamo noi stessi a causarci il mal di testa, ovviamente senza volerlo. Gli essere umani, nei momenti di stress e di tensione, istintivamente, contraggono prolungatamente questi muscoli. I mal di testa più comuni sembrano potersi attribuire a cause fisiche: fame, stanchezza, occhi affaticati, luce abbagliante, scarsa aerazione, postumi di eccessi alimentari; ma molto più spesso derivano dalla combinazione di disagio fisico e di tensione emotiva. Ci sono infatti persone che, esposte a una luce troppo viva, reagiscono con il mal di testa; altre invece vi si adattano senza accorgersene. C'è chi dopo aver bevuto troppo soffre di mal di testa, ma c'è anche chi, la mattina seguente, se ne va al lavoro con occhi e mente limpide. Spesso, la differenza sta nel carattere individuale e nel relativo stato emotivo dei vari soggetti o in un differente metabolismo individuale. Come ho già detto c’è purtroppo una notevole difficoltà nel rintracciare con sicurezza le cause del mal di testa, soprattutto perché la cefalea può configurarsi come sintomo di diversi disturbi di natura patologica. Quindi è necessario dividere fra cefalee primarie (cefalee-malattia) e cefalee secondarie (cefalee-sintomo). E’ necessario distinguere fra cause e fattori scatenanti:

 

-le cause sono quelle alterazioni di fattori fisiologici interni al nostro organismo (alterazioni di tipo vascolare, nervoso, muscolare, ormonale etc…) che sono responsabili dell’insorgenza del dolore ; - i fattori scatenanti sono rappresentati, invece, dall’insieme di elementi e di situazioni in grado di indurre, in qualche modo, le modifiche funzionali che causano il dolore, quindi stress, fumo, intensa attività lavorativa, mancanza di sonno etc…Le modalità con cui i fattori scatenanti interagiscono con il nostro organismo non sono completamente note. Per il medico, la moderna terapia delle cefalee ha uno scopo immediato e uno a lunga scadenza: il primo è quello di curare i singoli attacchi; quello a lungo termine è di diminuirne la frequenza e la gravità. A volte un risultato notevole ottenuto con lo studio approfondito delle cefalee sta nella cura dei paziente stesso. Mentre i farmaci possono far cessare o tenere a freno l'attacco, lo scopo fondamentale dei medici è quello d'aiutare il paziente a scoprire "che cosa può fargli male e scatenare il dolore". Migliaia di sofferenti hanno trovato sollievo al loro male dopo aver riconosciuto nella cefalea un ordine perentorio di cambiare il loro modo di vivere. Questo significa che a volte dobbiamo limitare lo spreco di energie fisiche e mentali e vivere la vita sanamente. Alcune regole di condotta per cercare di prevenire il mal di testa sono:

  1. Imparare a essere meno esigenti sui particolari secondari del lavoro quotidiano.
  2. Tutti hanno dei giorni in cui si sentono stanchi e irritabili. Se in quei giorni, ci sforziamo di fare quel che facciamo nelle giornate in cui siamo "pieni d'energia", finiamo con lo stancarci, con il sentirci tesi e procurarci il mai di testa.
  3. Evitate, per quanto è possibile, le preoccupazioni non necessarie.
  4. Se siete spesso risentiti, ansiosi, amareggiati, delusi, provate a limitare le vostre aspirazioni. E’ essenziale essere soddisfatti di ciò che si "può" avere, di ciò che si "può " fare.

L' anamnesi o il racconto preciso del sofferente di mal di testa può già condurre all'eziologia del disturbo ed alla diagnosi giusta. Le seguenti domande sistematiche devono trovare risposta:

ci sono sofferenti di mal di testa in famiglia o casi di epilessia?; localizzazione esatta del dolore; inizio e durata del mal di testa; qualità, intensità, inizio e fine degli attacchi; fattori aggravanti e alleggerenti; disturbi concomitanti: sintomi oculari, disturbi della sensibilità cutanea, depigmentazioni e pigmentazioni, lacrimazione, pallore, nausea, vomito, poliuria; sintomi generali anche dissociati dagli attacchi di mal di testa: perdita di memoria, disfunzioni neurologiche, perdita di peso, affaticamento, disturbi cardiovascolari o renali; abitudini, carattere, stress, conflitti psicologici, alimentazione, abuso di medicamenti, droghe, caffè, tabacco; terapie finora intraprese, medicamenti usati; invalidità lavorativa. Anche nausea, vomito, mancanza di coscienza o disfunzioni neurologiche possono essere segni importanti.

Il mal di testa è una patologia generica con la quale si definiscono patologie molto diverse fra loro: sono state individuate 13 forme di cefalea (è il termine scientifico con cui si indica il mal di testa) suddivise a loro volta in primarie e secondarie, con oltre 90 diverse sottocategorie. Caratteristiche fondamentali per la classificazione sono: la qualità, l’intensità, la ciclicità del dolore e la sua modalità di insorgenza.

Le cefalee primarie rappresentano una vera e propria malattia, indotta da cause non sempre immediatamente identificabili, nell’ambito delle quali si possono individuare alcuni fattori scatenanti di natura ormonale o ambientale. Le 4 forme principali sono: la cefalea tensiva, la cefalea a grappolo, l’emicrania e cefalee non associate a lesioni strutturali.

Le cefalee secondarie sono invece sintomi indicativi di altri disturbi (allergie, difficoltà digestive, sinusite, ipertensione) o scatenati da un motivo preciso, come l’assunzione o la mancata assunzione di particolari sostanze quali caffeina, alcool ed alcuni tipi di farmaci.

EMICRANIA E’ la più fastidiosa tra le cefalee. Il nome deriva dal greco e significa mezza testa ed è cosi chiamata appunto perché il dolore si manifesta soltanto da un lato, irradiandosi abitualmente dall'occhio. Il dolore è continuo e può durare da qualche ora a qualche giorno.Sono attacchi ricorrenti e si presentano con frequenza variabile (da pochi episodi in un anno ad attacchi 2-3 volte la settimana). Il dolore pulsante è di solito riconducibile alla sequenza vasocostrizione-vasodilatazione arteriosa intracranica; il dolore si intensifica con il movimento rendendo chi soffre di questo disturbo incapace di svolgere le abituali attività quotidiane.Esistono due forme di emicrania: con aura e senza aura. L’aura si presenta con alterazioni della vista, come lampi, opacità, di una parte del campo visivo, flash scintillanti della durata di pochi minuti.Dopo questi disturbi una percentuale non definibile di persone soffre di emicrania di durata limitata ma di intensità maggiore. Di solito questi attacchi sono accompagnati da nausea e vomito. Colpisce più le donne rispetto agli uomini in un rapporto di 3 a 1.Si calcola che il 10-15% della popolazione mondiale soffra di questa patologia che presenta un’alta incidenza familiare Alcune ricerche hanno indicato che l'emicrania predilige le persone colte e intelligenti. Coloro che ne soffrono spesso sono dei "perfezionisti": cioè persone le quali vogliono che ogni cosa sia fatta nel modo dovuto e con perfetta puntualità. Alcuni pensano che la tendenza all'emicrania sia ereditaria, spesso rafforzata dall'ambiente e dalla tendenza a pretendere inflessibilmente risultati d'alto livello. Essa si manifesta solo su metà (emi-crania) della testa con attacchi dolorosi acuti e viene accompagnata da nausea, vomito e sintomi vegetativi come sudori, coliche intestinali, diarrea, tachicardia. Ci sono anche forme emicraniche che vengono precedute da sintomi visuali o accompagnate da disturbi oculomotori, da vertigini e parestesie (formicolii), da paresi della faccia o delle estremità superiori. Il paziente con l'emicrania classica è pallido, con l'arteria temporale dolente alla palpazione. Rumori e luce vengono possibilmente evitati, il cibo rifiutato. I sintomi vengono provocati da cambiamenti ambientali, in momenti di maggior stress o emozioni, durante le mestruazioni o in periodi di rilassamento, la domenica o in vacanza. Fattori esterni come vento forte, freddo, radiazioni elettrostatiche da televisione o da computer sono imputati probabilmente d’attacchi emicranici. Le più afflitte sono le donne che variano dai 10 ai 30 anni di età. Anche per l'emicrania occorre stabilire una diagnosi differenziale e la cura mirata alle cause. Un tipo molto fastidioso di emicrania è quella abituale: ci sono persone che soffrono di mal di testa praticamente per tutto l’anno con scarsi momenti di remissione. Questo tipo di mal di testa è stato da molti definito "psicosomatico". Vi sono due tendenze di ricerca su questo aspetto specifico:

  1. Il filone anglosassone considera alcune malattie causate e/o approvate da componenti psichiche legate a tensioni emotive, a stress, a comportamenti psicologici abnormi appresi via via nel tempo; l’emicrania abituale sarebbe una modalità di comunicazione corporea della persona di disagi o conflitti interiori, più o meno consapevoli, e impossibile ad essere liberamente espressi (scuola psicoanalitica) oppure una reazione condizionata appresa fin da bambini a stimoli emotivi ambientali da cui si vuole scappare (scuola comportamentista). A sostegno di questa ipotesi vi sarebbe il fatto che molti emicranici abituali hanno una famiglia in cui è presente un genitore o entrambi sofferenti di mal di testa.
  2. Il filone europeo considera l’uomo come un insieme indissolubile di corpo e psiche. I processi psichici e quelli somatici sono studiati come processi equivalenti e le malattie appaiono essere la comunicazione di un disequilibrio della profonda unità psicosomatica individuale. Poiché è di frequente riscontro in chi soffre di mal di testa la difficoltà nel proprio stile di vita di "abbandonarsi" di "lasciarsi andare" ecco allora che l’emicrania sembra rivelare simbolicamente una lotta interiore tra il mondo del capo, il mondo della ragione, con il mondo delle emozioni e degli istinti. A sostegno di ciò c’è il fatto che molti emicranici stanno "sul chi vive", pensano molto e non amano la spensieratezza, non amano gli imprevisti sono pronti di farsi carico di grandi responsabilità anche a discapito della loro serenità emotiva. Al di là di queste interpretazioni, c’è comunque il fatto che nella maggior parte dei casi è riscontrabile un discreto grado di disagi psicologici e di stress a cui va ad aggiungersi la malattia.

CEFALEA TENSIVA

E’ la più diffusa. E’ dovuta alla contrazione dei muscoli del collo e delle spalle e si manifesta come una morsa che stringe la testa a casco, il famoso "cerchio".I muscoli in tensione producono una maggiore quantità di acido lattico che provoca uno stato di intossicazione delle cellule: in questo modo il mal di testa cresce e si autoalimenta.Potrebbero entrare in gioco cause più strettamente neurologiche, con alterazioni dei centri cerebrali che controllano la percezione del dolore e la tolleranza allo stress. Circa il 90% dei casi è dovuto a stress di natura psicosociale o a disturbi come l’ansia e la depressioni, ad esso collegati. Può essere episodica (per meno di 15 giorni al mese e di durata variabile tra la mezz’ora e la settimana) o cronica (il dolore è presente, complessivamente, per sei mesi l’anno)

I mali di testa derivanti da tensione nervosa, cominciano di solito alla nuca o alla base del cranio, per poi diffondersi e localizzarsi in un punto qualsiasi dei capo, spesso nella regione occipitale, cioè nella parte media ed inferiore del capo se è bilaterale. Possono soffrirne, per esempio, coloro che rimangono a lungo chini sui libri o davanti al computer tenendo i muscoli cervicali contratti. Infatti l'individuo non se ne accorge, ed i muscoli della testa e del collo s'irrigidiscono, subendo contratture prolungate. Tale contrazione provoca una costrizione dei vasi sanguigni e della loro rete nervosa; la circolazione impoverita aumenta il dolore dello spasmo muscolare. La contrattura dei muscoli cervicali e dorsali è simile a quella che molti gli animali mammiferi mettono in essere nei momenti di lotta e di aggressività, per sembrare più "grandi" ed essere pronti ad attaccare. Il dolore è cupo e persistente, a volte è più avvertito a livello degli occhi ma ha spesso caratteri variabili anche nello stesso soggetto. Generalmente è di lieve o media intensità e non pregiudica le normali attività.

Colpisce più le donne che gli uomini (soprattutto studenti o persone che per motivi di studio o lavoro trascorrono molte ore in posizioni scorrette o accumulano stress e tensione); spesso i soggetti colpiti mostrano una certa propensione alla depressione e all’ansia o hanno problemi di relazione con gli altri. I sintomi associati sono rigidità della nuca e manifestazioni ansiose (non c’è nausea, vomito, fastidio alla luce ed al rumore)

 

CEFALEA A GRAPPOLO

Il nome è dovuto al fatto che le crisi si susseguono l’una all’altra ad intervalli di tempo piuttosto brevi e si raggruppano in determinati periodi del giorno e dell’anno.Gli attacchi durano da mezz’ora ad un’ora. Può essere episodica (il grappolo dura da 7 giorni ad alcuni mesi con intervalli di remissione superiori a due settimane) o cronica (gli attacchi si presentano ogni giorno per più di un anno consecutivamente).Il dolore è intenso e violento e di solito è monolaterale, localizzato attorno all’occhio ed allo zigomo ed è di tipo trafittivo ed isolante.

Colpisce prevalentemente gli uomini con un picco di incidenza fra i 20 ed i 30 anni.

Non si conoscono cause precise e perciò vengono fatte alcune ipotesi:

-il dolore è causato da alterazione del flusso sanguigno nella scatola cranica e da successive alterazioni della produzione di sostanze biochimiche.

-il dolore è dato da alterazione del funzionamento di una struttura nervosa, detto ganglio sfenopalatini, collegata con il nervo trigemino

-le teorie più moderne si basano sull’esistenza di alterazioni ormonali e nervose

 

ALTRI TIPI

Non sono legate ad alcun tipo di malattia o lesione e sono provocate da cause molto diverse fra loro.

Cefalea causata dal freddo, dall’eccessiva pressione sui nervi cranici da parte di cappelli e simili, da rapporto sessuale, da calo da zuccheri, da attività sportiva eccessiva, da colpo di tosse, da altitudine, da ipertensione.

 

CONCLUSIONE

Cercando di giungere ad una conclusione mi sembra molto interessante anche se un po’ sconvolgente una frase di Blau e Thavapalan: "tutto può creare il mal di testa". Questo per dire che le cause scatenanti possono essere davvero molte (stress, caldo, fame, sonno, disturbi visivi etc…), alcune organiche, altre no. Anche i metodo di cura sono i più diversi:medicina ufficiale, cure psicosomatiche, agopuntura, medicina omeopatica, medicina chiropratica etc…

Il mal di testa può essere molto invalidante sì dal punto di vista fisico ma soprattutto dal punto di vista morale: l’individuo malato può arrivare al punto di non poter più compiere situazioni abituali, a danno quindi del lavoro, della famiglia, di se stesso.

L’aspetto principale che mi sembra di aver colto è che è necessario un terreno favorevole alla patologia.

A volte è possibile cercare di risolvere il problema con un trattamento psicologico che inizia con un assessment fatto da colloqui con il paziente e somministrazione di test per cercare di risalire alle possibili cause. Il colloquio verterà sul background del paziente, le caratteristiche della malattia ed i sintomi principali, gli aspetti funzionali del mal di testa e il racconto dei precedenti trattamenti. L’intervento psicologico vero e proprio dipenderà dalle caratteristiche del singolo terapeuta, e si passa dal biofeedback training al rilassamento alla terapia di gruppo.

 

Siti consultati:

www.mybestlife.com/ita_salute/incasodi/Mal_di_testa1.html
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© 2001 Silvio A. Merciai