Università degli Studi di Torino
Facoltà di Psicologia
Anno accademico 2000-2001


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Materiali per il corso a cura degli studenti

La mente

Resoconto del capitolo Mind del volume Thinking About Thoughts
di Piero Scaruffi

a cura di
Patrizia Capuzzi
e
Alessandra Fontana


    La presa di potere della mente. La maggior parte delle persone conferisce più importanza alla mente rispetto al corpo. Tale preminenza della mente è un fenomeno recente, infatti essa è stata per lungo tempo un semplice mezzo al fine di proteggere il corpo. La rivoluzione consiste in questo capovolgimento: la mente è divenuta il fine, l'individuo è riconosciuto come mente. Noi ci chiediamo perché questo è avvenuto e che cosa sia la mente (inevitabilmente dando per scontato il corpo).

 

    Il dualismo e il dibattito mente-corpo. Secondo le teorie dualistiche la mente e il corpo sono costituite da due sostanze differenti. Cartesio, l'iniziatore del dibattito mente-corpo, ha avuto un'influenza enorme sulle generazioni future. Egli ha scisso la realtà in due sostanze diverse: la "Res extensa" e la "Res cogitans". Oggi esistono due rami del dualismo: quello della sostanza (l'interazionismo di Popper ed Engles) e il dualismo della proprietà (teoria della sopravvenienza di Kim e Chalmers). Una variante del dualismo è l'epifenomenalismo (mente e corpo sono sostanze differenti, ma la mente non ha nessuna influenza sul corpo).

 

    Monismo: mente e corpo sono fatti della stessa sostanza. Il monismo si divide in idealismo e materialismo.

 

    Idealismo. Secondo l'idealismo l'unica realtà è la mente. Leibniz riteneva che esistesse solo la mente (panpsichismo). Da questa visione estrema dell'idealismo passiamo a Berkeley (un secolo dopo) per il quale tutto quello che noi conosciamo sono le nostre percezioni. Noi possiamo avere esperienza del mondo solo attraverso l'esperienza interiore che ci è data dalle nostre percezioni. Nel momento in cui la realtà è un'illusione della nostra mente risulta impossibile spiegare il perché dell'idealismo. Se la realtà che percepiamo è una produzione della mente, la realtà come può esistere?

 

    Materialismo. Secondo il materialismo mente e corpo sono fatti della stessa sostanza e la mente può essere spiegata dalla materia. (esponente del materialismo Julien Offroy de la Mettrie).

 

    Comportamentismo. Il comportamentismo rifiuta gli stati mentali definendoli non scientifici. Si occupa esclusivamente del comportamento e della predisposizione a un dato comportamento, dichiarazioni che riguardano la mente hanno significato solo se tradotte in dichiarazioni sul comportamento. Alla fine degli anni 40' il filosofo Ryle arrivò a considerare la mente come non appartenente al corpo, ma a un dominio differente.

 

    L'età del materialismo. Il materialismo ha generato il "fisicalismo", secondo il quale uno stato mentale è uno stato fisico del cervello (il problema mente-corpo è diventato il problema mente-cervello). Ad esempio la teoria dell'identità di Feigl dichiara che gli stati mentali sono stati fisici del cervello. Dal momento che risulta impossibile supporre che per ogni stato mentale esista uno stato neuronale è nata e si è sviluppata una teoria dell'identità più flessibile: la teoria di Davidson (per cui uno stato fisico può corrispondere a stati mentali diversi). Il problema aperto è: come i sentimenti possano scaturire da attività elettrochimiche nel mio cervello?

 

    La teoria dell'identità. Uno dei padri fondatori della teoria dell'identità è Herbert Feigl (1950). Egli sostiene che gli stati fisici e mentali abbiano uguale "estensione", ma differente "intensità"; descrivono così processi analoghi, ma in modi differenti. Vi sono molte varianti della teoria dell'identità. Ad esempio la teoria causale della mente di Amstrong, per la quale uno stato mentale ha una connessione di causa con uno stato fisico.

 

    Il problema dell'irriducibilità. Una maniera elegante di risolvere il problema dell'irriducibilità viene proposta dal filosofo Bertrand Russell. Secondo Russell è impossibile ridurre il mentale al fisico (insondabilità della materia): il mentale e il fisico sono due vie differenti di studiare la stessa cosa, il primo attraverso la coscienza e il secondo attraverso i sensi. La coscienza assume il ruolo di un "sesto senso".

 

    Il monismo anomalo: sottolinea che il mentale e il neuronale non sono la stessa cosa e promuove la teoria dell'identità di Davidson. Tale teoria ribadisce il fatto che uno stato mentale non possa essere semplicemente uno stato cerebrale. Lo stato mentale non è relazionabile a uno stato fisico specifico. Ogni evento mentale è un evento fisico, ma non è possibile ridurre proprietà mentali a proprietà fisiche. In conclusione, il regno mentale non può essere oggetto di investigazione scientifica.

 

    L'età del funzionalismo. Assumendo che uno stato cerebrale sia uno stato mentale, la domanda è: che cosa è che rende uno stato fisico del cervello anche uno stato mentale? La risposta dei funzionalisti è: la funzione che ricopre nella vita dell'organismo. I funzionalisti sostengono che gli stati mentali siano definiti dalle loro funzioni, che a loro volta causeranno un comportamento. Il funzionalismo ha un vantaggio sul materialismo: è provato infatti che circuiti neuronali provochino gli stessi stati mentali, mentre non è provato che uno stato mentale sia diretta conseguenza di uno stato fisico specifico come sostiene il materialismo. David Lewis abbracciò entrambe le teorie: ogni stato mentale "è" uno stato fisico, e ogni stato mentale "è" uno stato funzionale.

 

    Il funzionalismo computazionale. Secondo il funzionalismo computazionale la mente rappresenta il programma e il cervello il suo hardware; l'esecuzione di quel programma in quel determinato hardware conduce a un risultato che è il comportamento esteriore dell'organismo. Un caso speciale è il funzionalismo "homuncolar" (Dennett e Lycan).

 

    Il mondo delle idee. Come avviene la comunicazione fra mente e cervello? Carl Popper e John Eccles presuppongono l'esistenza di un mondo intermediario tra il mondo dei corpi fisici (primo mondo) e il mondo dei prodotti della mente (terzo mondo). Tale mondo è il mondo degli stati mentali (secondo mondo) e comunica con entrambi gli altri mondi. Una formulazione interessante ci è data da Rudy Rucker, che credeva nell'esistenza di un "paesaggio mentale" separato. Per R. esiste un mondo delle idee separato dal mondo mentale e fisico. (Possiamo leggere questi assunti come un'aggiunta al vecchio mondo delle idee di Platone).

 

    La teoria della sopravvenienza. Il termine "supervenience"è utilizzato per esprimere il fatto che un dominio è completamente determinato da un altro dominio. Così le proprietà biologiche di un sistema sono determinate dalle sue proprietà fisiche. Jaegwon Kim applicò tale teoria alle proprietà mentali, che risultano determinate da quelle fisiche (neuronali); sottolineò come un cambiamento negli stati mentali fosse inevitabilmente correlato a un corrispettivo cambiamento negli stati fisici. Kim non impose una relazione causale tra mentale e neuronale, come fece invece John Searle. Vediamo ora il punto di vista di David Chalmers, egli fece una distinzione tra quella che chiama "logical supervenience" e "natural supervenience" (la prima implica la seconda, ma non vale il contrario). E' possibile trovare una spiegazione fisica alla maggior parte delle cose, ma per quanto riguarda le proprietà mentali dobbiamo parlare di "natural supervenience"; esse non possono essere ridotte al "fisico". La nostra coscienza è la nostra coscienza e non può che essere così.

 

    La teoria computazionale della mente. La teoria della mente sviluppata dal linguista americano Jerry Fodor rappresenta un'evoluzione rispetto alle idee di Putnam. Fodor volle dimostrare che la mente è un processore simbolico. La conoscenza del mondo è fissata in rappresentazioni mentali, e le rappresentazioni mentali sono simboli, che possiedono il loro ruolo causale in virtù delle loro proprietà sintattiche. I simboli utilizzati per costruire tali rappresentazioni appartengono al linguaggio del pensiero. Mente e corpo (questa è la posizione di Fodor rispetto al problema affrontato dai dualisti) comunicano via processi di simbolismo ( i simboli, che sono stati fisici di un processore, cambiando hanno un impatto sul corpo e causano un comportamento). La teoria di Fodor si è formata a partire dalle teorie di Chomsky in linguistica e di Marr sulla capacità visiva.

La mente per F. è costituita da moduli specificati geneticamente, ciascuno di essi tratta un dominio specifico e corrisponde a una regione fisica del cervello (tali moduli sono fissi nella vita di un individuo).

 

    Oltre il linguaggio del pensiero. Secondo il  filosofo americano Michael Tye  esiste una  coscienza "fenomenica "( sensazioni, percezioni, emozioni ) e una coscienza di "ordine superiore: la coscienza "fenomenica " non si trova nei neuroni ma nelle "rappresentazioni".

C'è differenza fra la conoscenza oggettiva  e l  ' esperienza soggettiva di qualcosa e quest'ultima costituisce la coscienza fenomenica di qualcosa. Gli stati fenomenici non possono essere realizzati solo da stati neurali. L'autore sostiene che gli stati mentali siano rappresentazioni simboliche : la rappresentazione di una sensazione è simile ad una mappa. Una frase non sarebbe sufficiente a rappresentare una sensazione. L 'oggetto di una sensazione non è concettuale: siamo capaci di sperimentare più sensazioni che concetti. Il carattere fenomenico di qualcosa coincide con il contenuto fenomenico quindi si deve possedere un appropriato sistema di concetti per capire cosa vuol dire avere esperienza di qualcosa.

 

    Homunculi. Il filosofo americano Daniel Dennett introdusse il concetto di homunculo. La mente deve essere ridotta ad un insieme di funzioni cognitive; nell'organizzazione di un sistema il comportamento complessivo del sistema è dato dall'interazione di un insieme di componenti interconnessi ( gli homunculi). Wiliam Lycan sostiene che la natura sia organizzata in livelli gerarchici e ciascun livello è sia fisico che funzionale.

 

    Il cervello causa la mente. Molti filosofi contemporanei fra cui John Searle sostengono l'affermazione che i processi mentali siano causati dal cervello. La verità è che noi abbiamo evidenza di una mente presente in un corpo in vita. Sarebbe più appropriato dire che corpi viventi producono menti.

 

    Non -event causation. Secondo Searle la coscienza è un aspetto biologico del cervello: è prodotta dai processi cerebrali ma non può essere ridotta a questi processi perché è un fenomeno in prima persona mentre i processi cerebrali sono fenomeni in terza persona. Paragona il problema mente-corpo al modo in cui l'elettricità scaturisce dagli elettroni: ma mentre i fisici possono spiegare come le caratteristiche dell'elettricità corrispondano alle caratteristiche degli elettroni, noi non possiamo spiegare come le caratteristiche della coscienza emergano dalle caratteristiche dei neuroni. La relazione fra gli stati mentali e gli stati cerebrali è causale in entrambe le direzioni; Searle chiama questa relazione fra cervello e coscienza 'non- event causation'.

 

    Intenzionalità. Il concetto di intenzionalità introdotto dagli Scolastici del Medioevo non è in relazione con il significato della parola inglese 'intentional': l'intenzionalità era per gli Scolastici la proprietà di riferirsi a qualcos'altro. Gli stati mentali hanno l'apparente unica proprietà di riferirsi a qualcos'altro. Il filosofo austriaco Franz Brentano sostenne che nessun fenomeno fisico è intenzionale quindi i fenomeni mentali, in quanto intenzionali, non possono essere ridotti a fenomeni fisici. La conclusione di Brentano era il dualismo: gli stati mentali e fisici sono sostanze differenti e l'intenzionalità ci aiuta a discriminarle.

 

    L'atteggiamento intenzionale. Dennett spiega l'atteggiamento intenzionale come l'insieme delle credenze e desideri di un organismo che permette ad un osservatore di prevedere le sue azioni. La critica di Dennett è nei confronti del linguaggio che è stato inventato per parlare degli stati mentali e non verso l'esperienza conscia del pensiero e dei sentimenti.

 

    L'intenzionalità come rappresentazione. Dal punto di vista di Dretske  l'intenzionalità non è una proprietà utile per differenziare la mente dal corpo ma una proprietà che può aiutare a formalizzare il comportamento nei sistemi sia umani che biologici che meccanici.

 

    Fenomenologia. Heidegger nega ogni valore all'espressione "realtà fisica " e "realtà mentale " e alla dicotomia soggettivo/oggettivo: il  mondo e la mente non possono essere separati. Tutto ciò che sappiamo è la nostra interpretazione di ciò che accade e non abbiamo modo di avere un'interpretazione oggettiva di ciò che accade perché siamo parte di essa.

 

    Il monismo neutrale. Secondo Bertrand Russell ciò che realmente esiste sono gli eventi; nulla esiste realmente come una sostanza. Se esiste una sostanza questa non è né materiale né mentale; non c'è differenza fra mente e materia , esse sono derivate dalla stessa sostanza che è 'neutrale'.

 

    Un nuovo Materialismo. Una visione più attuale sostiene che la mente è materiale ma in qualche modo i suoi costituenti concreti si comportano in modo diverso dal tipo di materia che studiano i Fisici.

 

    Il materialismo eliminativo. Questa teoria esposta nel 1960 da Richard Rorty e Paul Feyerabend sostiene che gli stati mentali non esistano. Noi spieghiamo il comportamento delle persone usando questa terminologia che attribuisce gli stati mentali alle persone. È soltanto il vocabolario della nostra tradizione psicologica che parla di credenze, desideri, emozioni, pensieri ecc…

 

    Mente o Materia. Lontano dall'essere solamente nella mente le facoltà cognitive sembrano essere presenti ovunque nella natura: memoria e capacità di apprendere possono essere presenti ovunque in natura a condizione che consideriamo che si presenti a gradi.

    La mente darwiniana. Sia la mente che il cervello obbediscono alle stesse leggi di selezione della specie. Lo stesso processo che vale per l'origine della specie è probabilmente responsabile dell'origine dei pensieri.

 

    La fabbrica delle illusioni. La mente traduce il mondo in sensazioni poi elabora sensazioni per produrre pensieri, memoria, concetti, idee. Nessuno di questi è reale, è solo una gigantesca illusione. Non saremo mai sicuri se qualcosa esista davvero.