Università degli Studi di Torino
Facoltà di Psicologia


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Tesi di laurea


Chiara Marello.

Consapevolezza affettiva e regolazione delle emozioni in pazienti oncologici. Una prospettiva psicosomatica e qualitativa nello studio dei fattori psicologici della patologia tumorale

 

Il presente lavoro di Tesi si colloca all'interno della Psiconcologia ed in particolare in quel settore di tale specializzazione che si pone come obbiettivo l'accumulo di nuove conoscenze rispetto ai fattori psicologici, sociali e comportamentali che possano contribuire al rischio di contrarre il cancro e interferire con la sopravvivenza.

Pur nella consapevolezza dell’incommensurabile importanza degli interventi volti a promuovere il benessere psicologico, sociale e fisico dei pazienti e delle loro famiglie, durante il percorso della malattia - che ad oggi rappresentano la missione principale della psiconcologia - desideravo svolgere uno studio empirico volto a indagare aspetti disposizionali più profondi, che potrebbero essere annoverati tra i fattori predisponenti l’insorgenza e lo sviluppo delle neoplasie.

Nato in un terreno francamente psicologico, il lavoro si muove e si alimenta della convinzione che non esista una mente avulsa dal corpo e non si possa considerare l'individuo se non nella sua complessitˆ e intierezza, costantemente collocata in un tessuto relazionale pregno di emozioni e significati.

Queste le motivazioni dell'ambito di studio che si colloca in una terra di confine tra due discipline, psicologica e medica, che, pur nella loro profonda differenza, sono accomunate dall'incontro e dalla presa in carico della sofferenza.

Queste le motivazioni dell'interesse per gli aspetti emotivi, già esplicitato nel titolo, cui aggiungerei l'elemento cognitivo dell'attribuzione di significato, costruito primariamente all'interno di relazioni significative

Quanto alla scelta della patologia oncologica come ambito specifico di studio, vanno considerati due aspetti.

Da un lato è stata determinante l’enorme diffusione di questa malattia che scuote l’opinione pubblica, innescando sete di conoscenza e tentativi esplicativi per nuovi interventi sempre più “efficaci”, o meglio, più integrati e complessi.

Dall’altro ha esercitato un’influenza decisiva il fatto che la ricerca abbia riscontrato, in soggetti affetti da neoplasia, difficoltà nella gestione delle emozioni - prevalentemente nella direzione di una loro scarsa espressione o di una espressione “abnorme” - e nella capacità di attribuire loro un significato, simbolizzandole, congiuntamente agli eventi di vita.

Tale fenomeno è stato considerato dalla letteratura come un potenziale fattore predisponente lo sviluppo delle neoplasie, a partire dal “Pensée opératoire” della Scuola di Parigi e dalla “Modalità di coping di tipo C” della Temoshok , fino al costrutto di “Alessitimia” teorizzato da Sifneos e Nemiah e integrato più recentemente da Taylor, Parker e Bagby nel concetto di “Disregolazione affettiva”, che permette di coniugare più agevolmente le caratteristiche considerate alessitimiche con le teorie psicologiche dello sviluppo.

Alla luce di questo inquadramento che fa riferimento sia a fattori motivazionali personali, sia a contributi teorici precedenti e ben più autorevoli, il lavoro di tesi ha l’ambizione di verificare ed evidenziare collegamenti tra eventi di vita, espressione delle emozioni, simbolizzazione e neoplasia, svolgendo interviste a soggetti che ne hanno ricevuto diagnosi.

Quindi, a partire da una serie di ipotesi, derivate dalle posizioni teoriche sopra menzionate, è stata costruita un’intervista semistrutturata a carattere intensivo, volta ad approfondire le seguenti aree tematiche: malattia, relazioni interpersonali, emozioni, pensieri e sogni.

Tale intervista è stata sottoposta a trentadue pazienti in cura presso il Day Hospital di Oncologia Medica dell’Ospedale Molinette di Torino, durante incontri dalla durata media di un’ora, svolti all’interno del servizio.

Per tener fede alle esigenze di scientificità, è stata posta particolare attenzione al mantenere costanti e ripetibili le condizioni di somministrazione e, nello specifico, l’aggancio, il contesto nonché le domande.

Tuttavia, trattandosi di un’intervista intensiva, erano contemplate richieste aggiuntive, volte ad approfondire tematiche e questioni eluse o a fornire delucidazioni rispetto ad aspetti poco chiari, nella profonda convinzione dell’importanza di costruire un contesto interattivo empatico e collaborativo.

Ogni incontro, previo assenso dell’interlocutore, veniva audioregistrato su supporto magnetico e trascritto fedelmente, onde facilitare il lavoro di analisi.

Quest’ultimo è stato svolto sulla base di una griglia di lettura, costruita con la funzione di uniformare e facilitare l’individuazione dei contenuti salienti all’interno del flusso di parole ed emozioni rappresentato dall’incontro, con tutte le sue dinamiche relazionali.

I dati così raccolti sono stati successivamente elaborati e confrontati con le ipotesi di partenza, relative ad emozioni, relazioni, bisogni, stile cognitivo, sogni ed eventi di vita, prestando attenzione alle differenze riscontrabili all’interno del gruppo rispetto a variabili quali etˆ e sesso.

In conclusione, la trattazione che segue si articola a partire dal costrutto di Alessitimia - affrontato nel primo capitolo -, ripercorrendo le teorie e i paradigmi di ricerca che, in ambito psicosomatico, possono essere considerati suoi precursori, per poi soffermarsi sui recenti sviluppi nello studio di tale deficit e sulle ipotesi eziologiche che prendono in considerazione le prime relazioni oggettuali, gli stili di attaccamento e gli aspetti neurobiologici, considerati potenzialmente alla base del disturbo.

Il secondo capitolo, sempre dedicato a paradigmi teorici, affronta la tematica delle emozioni, con l’obbiettivo di individuare linee guida per la successiva analisi degli aspetti affettivi all’interno dei colloqui. Vengono considerati l’approccio psicodinamico, i paradigmi di ricerca che hanno indagato i sentimenti e le concettualizzazioni che ne conseguono, ma anche le indagini e le teorizzazioni in ambito neurobiologico soffermandosi, in conclusione, sul recente lavoro di Damasio.

Con il terzo capitolo si entra invece nel merito dell’indagine attraverso la presentazione delle ipotesi e la descrizione del momento della somministrazione, per andare ad analizzare il contesto, il campione, l’aggancio e il colloquio con tutte le sue modifiche ed evoluzioni precedenti l’utilizzo. L’ultima parte contiene poi la griglia di lettura, utilizzata per la raccolta dei dati.

Infine, l’analisi vera e propria dei protocolli è contenuta nel quarto capitolo che si articola in cinque parti, ognuna dedicata ad un aspetto delle ipotesi. Tutti i colloqui sono stati infatti elaborati rispetto alle emozioni, alle relazioni, ai bisogni, allo stile cognitivo, ai sogni e agli eventi di vita.

Per recuperare l’unicità dei singoli intervistati, si è però tentato di dedicare spazio alle caratteristiche di qualche particolare incontro, rivelatosi saliente rispetto allo specifico ambito di analisi.