Pionieri o emigranti? In viaggio con la psicoanalisi nelle terre di confine ...


Recensioni e commenti

Ultimo aggiornamento: 25/02/2014


Avevamo promesso di pubblicare qui di seguito il "diario" dei commenti al nostro libro,  riportando fedelmente tutte le opinioni e le critiche che ci venissero trasmesse, nel rispetto delle regole di privacy e di netiquette ... Lo stiamo facendo, anche se con un certo ritardo del quale ci scusiamo con i nostri graditi interlocutori ...

Silvio A. Merciai e Beatrice Cannella


 

16 giugno 2007

Cari colleghi,

mi chiamo Enrico e sto facendo il dottorato di ricerca presso l'Università di Padova.

L'anno scorso ho utilizzato il vostro testo "pionieri o migranti" come traccia di un seminario condotto parallelamente al corso di "Modelli teorici di clinica e psicoterapia psicodinamica" del prof. Sambin. Il vostro testo mi è piaciuto molto, in quanto si sposa con il mio gusto personale di integrare tra loro modelli apparentemente lontani, ma che in realtà sembrano descrivere diversi aspetti del medesimo fenomeno.
Questo gusto mi ha portato in passato anche ad esplorare i fenomeni psicologici attraverso le lenti della fisica, tanto che nel mio primo progetto di tesi, poi abbandonato per la complessità dell'argomento, avevo tentato un'integrazione tra paradigmi psicologici e fisici, in particolare attraverso la teoria delle superstringhe.
Il seminario ha avuto un buon gradimento, e alcuni studenti mi hanno chiesto di continuare la costruzione di un modello integrato della psicoterapia (o forse della vita... a giudicare dall'ardore che si è risvegliato in loro) con le loro tesi.

Ad oggi sto organizzando un gruppo di tesisti che partendo dal vostro testo approfondirà l'argomento, ed in collaborazione con una collega esperta in tecniche di neuroimmagine stiamo pensando a come validare empiricamente alcune assunzioni psicodinamiche, in particolare il campo interpersonale che si crea tra paziente e terapeuta e come avviene lo scambio delle informazioni non verbali implicate nella terapia.

Vi scrivo per congratularmi con voi per il vostro testo, e per chiedervi se lo posso liberamente usare, con le debite citazioni, nelle tesi e (chissà...) nelle pubblicazioni che seguiranno, o se devo richiedere autorizzazioni particolari a voi o all'editore.

Mi piacerebbe inoltre rimanere in contatto con voi se lo gradite, magari aggiornandovi sui risultati delle mie ricerche o, perché no, progettandone una insieme (compatibilmente con i limiti permessi dalla facoltà, e a giudicare dalla vostra esperienza accademica, credo mi comprendiate).

Vi ringrazio per l'attenzione, e vi rinnovo complimenti ed auguri per la prossima edizione!

Cordiali saluti

Dott. Enrico Benelli
Università degli Studi di Padova
Dipartimento di Psicologia Generale
Via Belzoni, 80 - 35121 Padova (ITALY)

Caro collega,

Grazie della tua gentile lettera ...
 

...
 

Siamo molto contenti di quello che scrivi ... La pubblicazione del testo online era mirata a renderne facile e gratuita la fruibilità ed il tuo ci sembra un esempio splendido ed esaltante ...
 

...
 

Ci manterrai aggiornati sul Vostro lavoro (superstringhe incluse ....)?

> Vi scrivo per congratularmi con voi per il vostro testo, e per chiedervi se lo posso liberamente usare, con le debite
> citazioni, nelle tesi e (chissà...) nelle pubblicazioni che seguiranno, o se devo richiedereautorizzazioni particolari a voi o
> all'editore.

A tua completa disposizione secondo le normali regole valide per qualsiasi pubblicazione. La casa editrice Psychomedia è regolarmente registrata per cui il testo è, in un certo senso, equivalente ad un qualsiasi altro libro stampato.

> Mi piacerebbe inoltre rimanere in contatto con voi se lo gradite, magari aggiornandovi sui risultati delle mie ricerche o,
> perché no, progettandone una insieme (compatibilmente con i limiti permessi dalla facoltà, e a giudicare dalla vostra
> esperienza accademica, credo mi comprendiate).

Ben volentieri! Scusa solo il ritardo e la lentezza di questa risposta, dovuta anche a motivi di salute ...

> Vi ringrazio per l'attenzione, e vi rinnovo complimenti ed auguri per la prossima edizione!

Grazie! Un lavoraccio ma speriamo di chiuderla entro la fine dell'estate ...

Buon lavoro e a presto

S. A. M., anche a nome di B. C.

 

20 febbraio 2007
Inizia la
pubblicazione (per capitoli) della seconda versione del libro

 

4 dicembre 2006

Sono Davide Rosso uno psicoterapeuta infantile di Torino volevo sottoporle un'idea legata alla possibile connessione tra la psicoanalisi, google e il nostro cervello.

L’abbraccio tra psicoanalisi e neuroscienze sembra essere oramai saldo, numerosi articoli e pubblicazioni di prestigiosi autori stanno sostenendo l’un l’altro in un incontro che mi pare assai fecondo, non ultima ne è la conferma il libro “La mente relazionale” di Siegel.
Anche questo piccolo contributo vorrebbe andare in questa direzione.
Perché se mi dicono “salvia” la prima cosa che penso è “fritto misto”? e la seconda è “agnolotti al burro e salvia”? Allo stesso modo ognuno di voi di fronte a questa parola assocerà qualcosa di “suo”.
L’ipotesi dalla quale parte questo breve intervento è che per associare qualcosa ad una parola, il mio cervello deve fare una ricerca. Il cui risultato immediato sono una due o tre immagini o ricordi o fantasie, quelle che in psicoanalisi si chiamano “libere associazioni”.
La domanda da cui parto è: perché proprio quei ricordi e non altri?
Se mi concentrassi di fronte alla parola “salvia” potrei arrivare ad avere ulteriori associazioni: la tisana salvia e limone che mi fa mia moglie per digerire, la salvia del mio dentifricio preferito ecc etc.
Potrei domandarmi come mai ho scelto proprio “salvia” da usare come esempio e a questa nuova ricerca mi verrebbero in mente alcune prime possibili risposte e via così di ricerca in ricerca. Pare di navigare in Internet!
L’idea che il nostro cervello funzioni un po’ come il Web e le connessioni neurologiche assomiglino ai link può aiutarmi a chiarire l’ipotesi che il risultato della mia ricerca dipende dalla
qualità dei link che sono collegati nel mio cervello alla parola “salvia”.
Per provare a spiegare meglio la mia idea bisogna partire da Google: il risultato di una ricerca su questo motore è così utile ed utilizzato nel mondo perchè essa cerca quella pagina nel web in cui è presente la parola che stai cercando e a cui più pagine sono linkate;
  non dipende cioè da quante volte quella parola è stata scritta all’interno della pagina o quanto è lunga quella pagina, ma da quante altre pagine sono linkate con quella che stai cercando. In altre parole è come dire che il valore di questo scritto non sarà dato dalla sua lunghezza o da quante parole ripeto ma da quanti futuri articoli (o pagine web) citeranno il mio.
Questa è la grande idea di quei due intuitivi e fortunati ragazzi che hanno creato Google: hanno trovato il modo di fare emergere dalla confusione e dal marasma del web la qualità e non la quantità! E’ stata una intuizione eccezionale ed utile ma che è, a parer mio, già presente nel nostro cervello.
Se questa ipotesi fosse valida, vorrebbe dire che la mia mente ha molti link o sinapsi neuronali che collegano “salvia” al fritto misto come lo faceva mia nonna.
E questo non è dato né da quante volete ho mangiato la salvia nel fritto misto (peraltro pochissime, perché mia nonna l’ha cucinata solo 3-4 volte a Natale) ma dalla qualità emotiva di quell’esperienza, che ha generato molti link o sinapsi. (Vedi Marcel Proust e i ricordi legati all’assaggio delle madlenette).
Nonostante io usi tutti i giorni e più volte al giorno un dentifricio alla salvia questa non compare che al 4° posto della mia libera ricerca mentale.
Queste ipotesi non so se siano avvalorate da risultati “scientifici” come i “neuroni a specchio” hanno recentemente fatto con il concetto psicoanalitico di empatia, ma credo che essa sia avvalorata dall’esperienza che facciamo tutti i giorni sia sul web (che non a caso funziona così bene, esso non è altro che una costruzione umana che rispecchia un nostro modo di pensare) sia nella nostra vita quotidiana.

Davide Rosso
Torino

Ho letto con interesse il Suo appunto. Non mi pare affatto un'idea strampalata, e direi anzi che mi suona abbastanza in accordo con le nostre acquisizioni a proposito della memoria e del modo in cui i ricordi sono immagazzinati e rievocati nel nostro cervello.
Perché non approfondisce con una ricerca la Sua intuizione?
Cordialmente.

B. C. e S. A. M.



26 novembre 2006

Ho avuto l'opportunità di scaricare il testo da Lei pubblicato su Internet, dopo averne avuto notizia leggendo il capitolo "Neuroscienze e psicoanalisi: cavarsela alla meno peggio..."  sul libro "Trattamenti in medicina psicosomatica" edito da Franco Angeli. Mi congratulo innanzitutto per il capitolo suddetto, che brilla come una stella polare rispetto al resto del testo; inoltre aggiungo che mi sembra davvero interessante avere la possibilità di uno spazio via internet per leggere e eventualmente discutere argomenti che si sentono così importanti.

 Mimmo Lamedica    

La ringraziamo molto per il Suo commento ed il Suo apprezzamento. Speriamo il testo le suggerisca pensieri o riflessioni utili ...

B. C. e S. A. M.




19 novembre 2006

Cari Colleghi

a) Ho fatto una ricerca su internet con "Shore corteccia orbitofrontale" ed è saltato fuori il vostro libro.
http://www.psychomedia.it/pm-books/merciai/volume.pdf
sono rimasto molto piacevolmente stupito che un gruppo di studenti abbiano sviluppato molti degli argomenti della mia pubblicazione:
http://www.psychomedia.it/pm/science/psybyo/ml-parte1.htm
http://www.psychomedia.it/pm/science/psybyo/ml-parte2.htm
ho pensato però, .. trattandosi di un libro sui confini, ... come mai non è stato citato il mio articolo?
ho fatto una ricerca su internet [come spesso faccio dal 1999] e ancora oggi se si digitano le parole "psicoanalisi fisica" su google, salta fuori al quinto posto il mio articolo su psychomedia.
strano che non l'abbiate visto.
certo uno non è obbligato a citare tutto, .. per carità!
Ma nel caso sia stato visto e letto è stato considerato come:
Troppo banale?
Incomprensibile?
Non scientifico?
di autore sconosciuto?
di autore non psicoanalista?
mi piacerebbe avere un feedback su questo articolo che per me ha significato moltissimo, ...

b) sto lavorando ad un mio libro sulle psicoterapie psicoanalitico/cognitive e sorprendentemente ho visto sul vostro libro l'elaborazione in tabella dei centri nervosi coinvolti nelle emozioni fondamentali, come viene esposto nel libro "Affective neuroscience" di J. Panksepp, cosa che ho tentato di fare anch'io nel mio libro. Per me è stato molto piacevole considerare che ci sono persone che stanno cercando nella stessa direzione.
In ogni caso vi ringrazio di esistere, perchè così so che non mi arrovello da solo in questi problemi!
Mi piacerebbe scambiare con voi ogni tanto delle mail. Comunicare con voi penso sia piacevole perchè mi sembra siate in un "campo" di interessi sorprendentemente simili ai miei.
Ma prima vorrei sapere delle vostre risposte alla mie richieste alla parte a) della mia mail.
Spero di non aver disturbato!
e grazie della vostra attenzione a questa mail!

Dr. Fabrizio Marcolongo
psicoterapeuta - psichiatra
http://www.marcolongofabrizio.it
00393478716700
Via Caffa 11/39 - 16129 - Genova

...

Per quanto riguarda direttamente l'articolo scritto da me e dalla dr.ssa Cannella, come specifichiamo nel testo dell'articolo stesso, abbiamo cercato soprattutto di offrire al lettore spunti tratti dalla letteratura internazionale, meno accessibili in generale al lettore meno abituato alla consultazione della letteratura in lingua inglese. Per quanto riguarda invece gli articoli dei colleghi Salese e Bertolotti, invio loro in copia questa comunicazione onde riceverne risposta diretta.Naturalmente consideriamo significativa la Sua segnalazione e provvederemo, non appena possibile, a consultare le Sue pubblicazioni; dunque, grazie!

> ho fatto una ricerca su internet [come spesso faccio dal 1999] e ancora oggi se si digitano le parole "psicoanalisi fisica" su google, salta fuori al quinto posto il mio articolo su psychomedia. strano che non l'abbiate visto.

Non ne dubito, ma Le assicuro che né noi né certamente i nostri studenti funzioniamo nella ricerca via Google (ove necessario, utilizziamo direttamente le banche dati internazionali o eventualmente Scopus o Scirus). Questo spiega, credo, la non citazione del Suo lavoro, anche se ovviamente non ne giustifica l'ignoranza ...

B. C. e S. A. M.

Gentile collega,

il Prof. Merciai ci ha girato la sua mail, e siamo lieti di poterle rispondere (il fatto di venire a conoscenza di altre persone che si "arrovellano" è sempre un piacere).

Il nostro contributo su "pionieri o emigranti?" è nato da una sintesi delle nostre tesi di laurea, e da una passione nata grazie allo studio e alla ricerca in merito ad alcuni argomenti poco noti in Italia. Il metodo con il quale ci muoviamo è quello di studiare direttamente le fonti originali degli studi che descriviamo. Le ricerche che abbiamo effettuato su internet (oltre alle banche dati) sono state sporadiche, come evidente nelle sitografie dei nostri lavori, e non ci siamo mai imbattuti nel suo lavoro. Ci riserviamo dunque il piacere di leggerlo quanto prima.

Oltretutto, da poco e nel nostro piccolo, stiamo cercando una collaborazione e un dialogo con autori nazionali in merito a questi argomenti. Qualcuno ha già risposto positivamente (può vedere il sito www.spaziomente.com ). Il dialogo dunque è più che ben accetto.

A presto,

Silvia Salese e Luca Bertolotti

 

 

22 agosto 2005

Desidero anzitutto ringraziarvi per il libro on line nel sito di Psychomedia e insieme a voi l'amico Marco Longo che ne è l'editore.
Mi sembra che siano entrambe ottime cose: il proporre una interessante rassegna di argomenti neuroscientifici interessanti per la psicoanalisi, contribuendo così a stabilire un ponte comunicativo fra psicoanalisi e altri approcci disciplinari, e farlo con uno strumento di comunicazione agilmente interattivo quale può essere internet.
Quello che mi convince di meno nel vostro lavoro è il suo titolo: "Pionieri o emigranti?"
Non mi sembra che sia né l'uno né l'altro caso.
Pionieri sono semmai oggi i neuroscienziati che si sono avventurati nella ricerca neuropsicologica, come nel passato sono stati pionieri Freud e i primi psicoanalisti.
Emigranti? perchè? Non si tratta, io penso, di emigrare dal territorio della psicoanalisi e collocarsi altrove.
Si tratta semplicemente di viaggiare, di comunicare, certamente di andare oltre i confini del provincialismo psicoanalitico e delle atmosfere di parrocchia che per troppo tempo si sono respirate negli Istituti e nei Centri psicoanalitici, ma non per emigrare, bensì per procedere a scambi interattivi e far entrare a pieno titolo la psicoanalisi nel mondo scientifico, dal quale troppo a lungo è rimasta discosta e poco in sintonia. E mi sembra che il vostro lavoro vada in questa direzione ,pur non essendo pionieristico, e neppure contenendo tendenze all'emigrazione. Lo chiamerei:
"Racconti di viaggi oltre i confini della psicoanalisi".
Con molti saluti e complimenti.

Gian Marco Pauletta d'Anna
membro SPI , IPA e NPSA
direttore della Sede di Milano della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG
già professore di Teoria e Tecniche della Dinamica di Gruppo all'Università di Torino.

Siamo noi a ringraziare te per la tua attenzione al nostro lavoro ...

Naturalmente siamo d'accordo con te nella lettura che fai del nostro lavoro. Spieghiamo nella prefazione il senso che abbiamo voluto attribuire a questo titolo, come certamente avrai visto, e quindi certamente non volevamo arrogarci né la pretesa di essere pionieri né la tristezza di dover emigrare. Ma certo ci darai atto che il 'provincialismo' e le 'atmosfere di parrocchie' che tu stesso citi hanno avuto una predominanza massiccia all'interno di molte nostre associazioni scientifiche e che la stessa ricerca di scientificità è tutt'altro che un obiettivo condiviso al nostro interno. Con il nostro titolo volevamo, diremmo, attirare l'attenzione sul ritardo storico della psicoanalisi italiana e sul suo immediatamente etichettare di eretiche posizioni non molto dissimili da quelle che abbiamo esposto e sostenuto. Non lo pensi anche tu?

A presto, e grazie ancora.

B. C. e S. A. M.

 

 

28 luglio 2005

Sono rimasta piacevolmente colpita dalla varietà di argomenti trattati nella Vostra pubblicazione, tutti estremamente interessanti e stimolanti, anche se non sempre di facile assimilazione.
Oltretutto, credo sia un vero e proprio “regalo” alla ricerca quello di rendere disponibile a chiunque e in modo gratuito un libro di tale portata. Io lavoro da molti anni nel campo dell’educazione, e mi rendo conto di quanto sia difficile stare al passo coi tempi, e di quanto le novità vengono spesso accantonate in un angolo.
Credo perciò sia fondamentale per ogni medico e ogni psicologo riflettere su tali temi per non rischiare di fossilizzarsi sulle vecchie certezze (e a quanto pare in parte superate). In tal senso sono felice che la ricerca non si sia arenata!
Attendo piacevolmente la pubblicazione di nuovi aggiornamenti. Ancora complimenti a Voi e ai Vostri collaboratori.

Anita Eritreo
IRRE - Torino

Grazie ..., ci pare Lei abbia ben inteso ed apprezzato il senso del nostro lavoro ...

B. C. e S. A. M.


 

21 luglio 2005

Gli articoli mi sono sembrati ben fatti. Certamente aiutano a intravedere un'altra visione del mondo. Conoscevo gran parte degli argomenti trattati, seppure solo superficialmente (non sono un fisico teorico), ma non proprio tutti, per cui ho imparato qualcosa di interessante. Mi ha colpito in particolare la metafora del pesce nell'acquario visto da due diverse angolazioni. L'illusione che siano due svanisce quando lo si guarda dalla terza angolazione.
Mi ha fatto pensare che nel corso dell'evoluzione filogenetica c'è stata da parte degli organismi una lenta conquista della percezione delle tre dimensioni spaziali e di quella temporale. Per estrapolazione, visti i presupposti delle "stringhe" che si muovono in una decina di dimensioni spaziali (così ho capito), ci sarebbe da supporre che ci sia ancora molto cammino da fare! 

Prof. Antonio Giuditta
Dipartimento di Fisiologia Generale e Ambientale
Napoli

Grazie ..., sì, pensiamo anche noi che ci sia ancora molta strada da fare ...

B. C. e S. A. M.

 

20 luglio 2005

... il vostro lavoro mi sembra di notevole interesse e particolarmente utile per aggiornare gli psicoanalisti italiani sulle ultime frontiere della psicoanalisi. [...]
L'unico appunto che potrei fare al vostro scritto è la presenza di intere pagine di vari autori riportate, che potevano essere sintetizzate e discusse a beneficio dei lettori.

Mauro Mancia
Neurofisiologo - Università degli Studi di Milano
Training Analyst - Società Psicoanalitica Italiana

Mauro Mancia, uno dei pionieri dell'incontro tra psicoanalisi e neuroscienze in Italia, ha risposto con amichevole sollecitudine al nostro invito di collaborare criticamente al nostro lavoro, e ci ha messo a disposizione, nel corso di uno scambio e-mail di carattere privato, suggerimenti ed indicazioni che troveranno spazio nel primo aggiornamento del libro. Ha inoltre preannunciato una sua recensione del libro per la rivista L'Indice.
Nel riportare il suo giudizio qui sopra, desideriamo esprimergli pubblicamente la nostra gratitudine ...

B. C. e S. A. M.

 

10 luglio 2005

Sono costretto a lasciare da parte i convenevoli per esprimere la mia immensa felicità nell'aver incontrato il vostro testo in rete ... Non so come dire ma è stato come l'acqua che mi ha fatto ridestare le radici su tutto il corpo riportando tono al mio essere ...
... sono studente di psicologia a Padova e da un po' mi sto interessando alla fisica quantistica, diciamo dopo che sulla strada ho incontrato libri come il "Tao della fisica" e "Tutto è uno".
Inizialmente ero un po' scettico, ci sono tante cose bellissime in giro, filosofie, pensieri, idee originali o meno, ma queste "nuove" teorie provenienti dalla fisica destano fino in fondo la mia sete di conoscenza. Riuniscono la melodia e il piacere della filosofie orientali con la metodica razionalità della nostra cultura.
Questi sistemi quantistici offrono la possibilità alle nostre menti, ingabbiate dalla razionalità, di volare oltre una realtà effimera e contraddittoria, permettendoci di affondare il nostro pensiero nella vera natura, nella "Realtà Implicita". E, forse, è proprio questo a farci sentire l'autenticità di fondo.
Come penso un po' ovunque, a Psicologia di Padova di fisica se ne parla pochissimo. [...] nella sfera delle neuroscienze e della psicosomatica, nessuno si è messo allo scoperto. Penso che sia logico pensare che ricercatori siano già entrati in contatto con queste conoscenze, ma chissà per quale strano motivo restano legati a vecchi paradigmi e vecchie concezioni.
Morale mi sento un pesce fuor d'acqua. O meglio vorrei essere in un bel torrente dolomitico, ma mi ritrovo in uno stagno paludoso alle porte di Marghera Petrolchimica. E' fuor di dubbio che anche qui i docenti siano a conoscenza di queste idee, ma non sono mai state esposte alla luce del sole. [...]

Paolo Maule

Caro Paolo,
innanzi tutto grazie per il tuo commento! ci permettiamo di risponderti noi in quanto curatori dei capitoli relativi agli argomenti che hai citato.
Se ti può essere di conforto, le sensazioni che stai provando non sono dissimili da quelle che abbiamo provato noi all’inizio di questa “avventura scientifica”. Il nostro consiglio è quindi quello di non farti scoraggiare dal muro di silenzio che spesso circonda questi argomenti, ma continua a seguire questa strada con passione e meticolosità nella ricerca.
È sempre più evidente infatti che le nuove rivelazioni scientifiche presto o tardi si imporranno sulla visione classica e riduzionistica della vita in tutti gli ambiti di studio. Noi siamo dell’idea che uno degli ostacoli che ne rallentano il decorso sia  proprio la potenza rivoluzionaria insita in tali argomenti, cosa che li presta – purtroppo – ad essere facilmente adottati in modo semplicistico da una qualsivoglia improvvisata corrente di pensiero filosofica, psicologica o spirituale, con conseguenze applicative spesso superficiali e, a nostro avviso, pericolose. [...]
Da parte nostra speriamo che il tentativo di gettare luce sugli argomenti in oggetto offertoci da “Pionieri o emigranti?” e dai suoi curatori, possa continuare ad essere una risorsa sufficientemente buona per chi, come te, se ne interessa. Tieni presente che il testo sarà presto soggetto ad aggiornamenti, e quindi in progressiva crescita. Inoltre, a breve apriremo un sito - www.spaziomente.com – in cui ci proponiamo di divulgare tutte le sintesi delle nostre ricerche relative alla Nuova Scienza, aprendo le porte anche alla collaborazione di chi avrà voglia di condividerle con noi. Speriamo dunque di poterci ritrovare nel “torrente dolomitico”!
Un caro saluto. 

Silvia Salese e Luca Bertolotti

 

6 luglio 2005

E' una iniziativa che merita qualche attenzione.
In primo luogo per la qualità del lavoro e la competenza degli autori in un campo del tutto nuovo e che si presenta come un fertilissimo terreno di incontro fra discipline diverse nei prossimi decenni.
Inoltre si tratta di un'iniziativa atipica poiché il libro è completamente gratuito, esclusivamente online e facilmente scaricabile in PDF.
Infine è un open book, ossia un libro che non è pubblicato una volta per tutte ma verrà aggiornato continuamente sia da parte degli autori stessi che integrando i commenti dei lettori.
Buona lettura.

Piero Porcelli
Psicologo Psicoterapeuta
Servizio di Psicodiagnostica e Psicoterapia IRCCS Ospedale Nuovo "S. de Bellis"
Castellana Grotte (Bari)

Piero Porcelli ha sostenuto il nostro lavoro fin dall'inizio e quindi il suo parere è, in un certo senso, di parte ... Comunque grazie, e speriamo i lettori condividano il Suo punto di vista ...

B. C. e S. A. M.

 

20 giugno 2005
Pubblicata la prima versione del libro (15 giugno 2005)
all'indirizzo
http://www.psychomedia.it/pm-books/merciai/annuncio.htm

 

4 giugno 2005
Il libro viene presentato a Bari nel corso di un seminario,
organizzato da Orlando Todarello e Piero Porcelli,
tenuto presso l'Istituto di Psichiatria al Policlinico Universitario Piazza Giulio Cesare
Sono disponibili le diapositive preparate per l'occasione


Libri di Neuroscienze e Psicoanalisi


© Silvio A. Merciai e Beatrice Cannella, 2005-2010